lunedì 26 settembre 2011

The Monday Talk: il lavoro rende brutti!

Mi sveglio con un senso di gonfiore alla gola e una strana nausea che mi fa passare la voglia del mio pasto preferito: la colazione!
Mi guardo nello specchio e sembro quasi un fantasma; se non altro lo stress di questi ultimi... più o meno tre anni, ha giovato alla linea, divorando alcuni dei chili in più che mi trascino tra troppo, troppo tempo.
Cos'è successo?! Mi sono scordata nuovamente cosa significhi avere una vita!
Adoravo girovagare per i negozi lasciandomi solleticare dall'idea di acquisti bizzarri, facendo magari una pausa, tra una strisciata e l'altra di bancomat, con un bel gelato calorico (rigorosamente no gusti frutta!).
E invece adesso sfreccio di fronte alle vetrine individuando solo articoli che nella mia testa appaiono come numeri, e sfrutto i vetri che nascondono installazioni di Visual ceativi come se fossero gli unici specchi in mio possesso, per ridare una sistemata al ciuffo che dovrei far rivedere dalla parrucchiera.
Sono un disastro.
Quasi quasi faccio i casting per "Ma come ti vesti"; l'unico problema è che se mi vedessero i miei clienti probabilmente mi ritroverei disoccupata il giorno a seguire. E confesso che sentire tacere il telefono  per una volta non sarebbe poi così male.
Ho terminato di organizzare un evento, che devo dire ha avuto un discreto successo (per quanto u nevento del genere possa averne), e me lo godrei se non fosse che questo evento si è divorato le mie ferie, le mie energie, il mio stile!!!!! Giuro che sono inguardabile.

E così sapete cosa vi dico?! Che ho comprato un magnifico libro che mi consola un sacco. (Ho introdotto questo discorso come se fosse la cosa più esilarante del secolo, ma, credetemi, per me trovare il tempo di leggere è qualcosa di molto raro. In più adoro adoro adoro leggere...).
Leggo ovviamente di corsa e nei posti più assurdi, tipo in macchina mentre costringo mio marito a guidare al mio posto...

Il libro, per chi non l'avesse capito è l'ultimo uscito...

Inutile dire che mi rispecchio molto nella protagonista, pargoli a parte. L'ho appena cominciato e spero di concluderlo con lo stesso entusiasmo con cui l'ho iniziato.

I ritmi serrati degli ultimi tempi mi hanno resa irritabile, brutta e soprattutto noiosa. Sì perchè quando lavori e basta parleresti sempre e solo di lavoro lavoro lavoro o degli acciacchi che il lavoro ti ha provocato. E questo, mi duole ammetterlo, è deleterio per i rapporti sociali. Le amiche cominciano a lanciarsi sguardi complici e a guardati con un'aria quasi di compatimento e stranamente non ti invitano più a prendere un cocktail. Non solo perchè le hai bidonate per tipo 10 volte, se sei pure noiosa è assicurata la cancellazione dalla lista amici!!!
Mi rendo conto di tutto ciò anche guardando la mia bacheca di facebook... è praticamente un monologo facebookiano. Mi posto dei link e rimangono lì, senza commenti, senza "mi piace", a parte i miei ovviamente.

Ragazzi bisogna tornare in forma alla grande!!!!!!!!!
Work hard ... party harder!

5 commenti:

  1. Ti capisco... capita anche a me, a parte i chili, quelli non scendono.
    Secondo me a volte la fretta è solo un brutto vizio, vogliamo tutto subito, corriamo a destra e sinistra e non siamo soddisfatte. Bisognerebbe fermarsi un attimo e ponderare bene le priorità, anche nel lavoro. Quante volte anche a me mettono fretta per le consegne e poi dopo giorni il lavono non è ancora iniziato, non so forse manie di onnipotenza

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  2. Cara Simona, non hai idea di come mi consoli sapere che sono solo una tra tante. Rimbalzo come una pallina in un flipper e ogni volta che penso "è finita, ora mi rilasso", ecco che spunta all'orizzonte e senza preavviso una nuova tempesta lavorativa. Chissà, forse è solo una frenesia di massa, una nevrosi in crescita che ci contagia. Però come dici tu, saggiamente, sta a noi stabilire le priorità e capire che ricaricare le pile è un diritto e un dovere.
    Un abbraccio e grazie per il tuo commento :-)

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  3. ho visto il film e mi è venuta voglia di comprare il libro. Come se non mi ponessi già abbastanza interrogativi di come fare a conciliare una futura (spero abbastanza prossima) maternità col lavoro, dopo la visione del film mi sono detta che in effetti farne più uno sarebbe un suicidio (figurati in Italia!). Cmq ti do un abbraccio di sostegno, il post tragicomico mi ha fatto sorridere anche se capisco che in effetti c'è poco da ridere.
    Mela

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  4. @Mela: c'è veramente poco da ridere ed è questo che rende tutto così istericomico :-) L'importante è sdrammatizzare. Noi donne abbiamo un potere nascosto che ci rende vincenti in qualunque impervia situazione. In bocca al lupo per il futuro e ovviamente anche per il presente.

    p.s. non ho visto il film, ma il libro è qualcosa di unico!!! :-D

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  5. Cari visitatori... ho poi finito di leggerlo questo magnifico libro; un po' di tempo fa a dire il vero.
    bhè che dire. Consiglio a tutti la lettura, specialmente ai mariti e fidanzati che potrebbero davvero imparare di che pasta sono fatte le donne; quelle vere e non le bambolone che si vedono in tv.

    Un abbraccio a tutti ^_^

    p.s. il film ovviamente non regge il paragone col libro!

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