lunedì 4 giugno 2012

The Monday Talk: terremoto

Buongiorno e buona Monday Talk a tutti.
Come saprete di recente la provincia di Modena è stata colpita e messa in ginocchio da ripetute scosse di terremoto. Si vive in un'attesa, più o meno cosciente, della prossima scossa ed è quasi come essere "in Tagadà".
Da qualche settimana si vive come in una barca in mezzo al mare, col senso di nausea, i giramenti di testa e la perdita più assoluta di punti di riferimento, ma soprattutto un rinnovato senso di appartenenza per la propria terra.

Il panico e la paura in queste situazioni non mi appartengono e devo dire che continuo a dormire a casa mia nel mio letto con tutti i miei animali a farmi compagnia e ogni giorno mi sveglio per recarmi al lavoro nel centro storico di Modena, comincio però a comprendere chi ha scelto di non dormire più a casa o portare i bimbi al mare o in montagna, lontano da qui.
La nostra amata terra, che da tempo ci dava segnali forti, ha scelto di farsi capire ancora di più, chiara come non mai nel suo messaggio.

In tutto questo trovo una sfumatura di vera vita. Queste situazioni ci riportano vicini ai valori reali dell'esistenza e così i parchi e le piazze sono ora gremiti di persone che creano a loro insaputa micro comunità in grado di collaborare e sorridere nonostante paura e shock.
Insomma nei giorni più tragici le città, gli uffici, le scuole si sono svuotati per riportarci vicini alle nostre famiglie e più vicini ad un prossimo che prima ignoravamo.
Il prezzo da pagare per tutto questo però è molto alto ed è quello che fa provare uno strano senso di vuoto anche a noi che l'abbiamo vissuta da vicinissimo senza, per ora, veder crollare la nostra abitazione o la nostra azienda.

Una chicchina di frivolezza per salutarvi in questa giornatina uggiosa e piena di pensieri tremolanti:
Il mio look di oggi

5 commenti:

  1. Deve essere tremendo, a me non è mai successo di sentire scosse, nemmeno quella forte delle 9 di mercoledì mi pare fosse... Ma essere lì a due passi... si capisco, il tempo che realizzi cosa succede potrebbe essere fatale.
    Diciamo che il buono come dici tu di queste disgrazie è la forza, la solidarietà che c'è tra le persone, sarebbe bello vederne di più dalle istituzioni o meglio dalle cariche dello stato, visto che protezione civile, vigili del fuoco e altri sono sempre presenti.
    Mi fa piacere sapere che non hai subito danni.

    P.S. Look fantastico! Mi piace tantissimo tutto, davvero.
    Un abbraccio

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    1. Carissima ti ringrazio, io sono tra i fortunati che stanno bene e non do per scontato questo privilegio al momento.
      Ho visto proprio questa mattina la foto dell'abitazione di una cara amica parzialmente crollata. Un incubo.
      Ho scoperto però che i nostri antenati ci hanno tramandato nervi saldi, coraggio e voglia di fare tant'è che non ho sentito ancora nessuno lamentarsi ma solo pensieri rivolti ad un futuro costruttivo. Meraviglioso!

      Sono contenta ti piaccia l'abbinamento che ho postato, sono vestita praticamente così oggi :-P
      Un bacione

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  2. Le cose brutte succedono. Solo che questa è una disgrazia collettiva, che da un lato è meglio, si condivide, ci si supporta e si attraversa questo momento insieme. Credo che in tutto questo ci sia da fare un gran lavoro dentro alle persone. Ho visto reazioni molto diverse, ma di base c'è una paura che ti si incolla addosso.
    Credo che sia necessario uno sforzo non solo di braccia o di denaro, ma di testa. Obbligarsi a pensare che quando tutto sarà finito, sarà più semplice e si troverà la felicità in tante piccole cose, a partire dalle persone che si sono conosciute in questo buio.

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    1. Ciao Cri! State bene voi?
      Io devo dire che sono orgogliosa come non mai di essere emiliana in questo momento... ho sentito proprio ieri una signora intervistata che diceva "sì non abbiamo più una casa, però noi stiamo bene, meglio essere sani e salvi...". Aveva la pace negli occhi, pensava davvero quelle parole, il che è segno di una grande forza che devo dire ho visto in tante interviste. Sono rimasta piacevolmente colpita da queste reazioni così nobili. :-)
      Speriamo in bene

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  3. Nessun danno e a dirla tutta non è nemmeno caduto uno di quei cento peluche sulla libreria delle ragazze.
    Abbiamo dormito fuori un paio di giorni per dormire, per non pensarci. Poi loro sono andate al mare nel week end ed ecco, pace fatta con l'ansia.
    Se non dovessi pensare a loro non avrei così tanta paura, tuttavia proietto i miei pensieri al dopo, a quando sarà finito e come dicevo, ci apparirà tutto molto più leggero. Che non vuol dire che sarà semplice, ma si avrà sicuramente uno spirito differente. C'è buona gente qui. Ci sono storie molto belle attorno a questo evento e forse è anche per questo che mi sento di consigliare di affrontare i problemi mano a mano che si presentano e non aver paura dei forse e dei se, come ho spiegato alle mie bimbe: è giusto aver paura, la paura ci protegge ma se la paura diventa più grande di noi ci mette nei guai :)

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